domenica 15 febbraio 2009

A Roma, con il sole.

Era un grazioso tavolino dietro la porta del locale. Prendeva tutta la vetrata e il sole teneva caldi, anche dietro il vetro. Roma era in grado di regalare un fantastico sole anche in inverno, come il giorno in cui Elvira, Fausta e Lucia si erano date appuntamento in quel cafè per fare colazione insieme e raccontarsi gli ultimi mesi in cui era successo tanto.

Quel lunedì mattina era stato speciale, in modo diverso, per ognuna di loro.

Fausta iniziava un nuovo lavoro, dopo aver messo sette anni di vita in tre scatoloni e averne lasciato uno nell’ex ufficio perché non sapeva come portarlo ma pensava anche che avrebbe avuto la scusa per passare a salutare ancora e avere un po’ di nostalgia ed essere contenta di aver deciso di cambiare.

Elvira iniziava sempre un nuovo lavoro ma in un’altra città e per un periodo determinato. Sapeva che dopo quattro mesi sarebbe tornata a salire le stesse scale del palazzo e subito si era scrollata la malinconia di dosso perché aveva solo motivi per rallegrarsi e questa volta voleva impegnarsi a farlo. È strano ma esistono persone che devono concentrarsi per concedersi di essere felici. Elvira era una di queste, il sorriso in genere le durava poco e subito evocava la nuvola, se non c’era se l’inventava.

Lucia era nella colorata Barcellona. Invece di deprimersi a casa a cercare un lavoro che non arrivava aveva deciso di regalarsi una pausa oltralpe, per la lingua, per la gente, per il mare d’inverno e soprattutto per se stessa. Lunedì iniziava il corso che sarebbe durato un mese, lontana dal suo amore – da quando sto con lui non riesco a immaginare a fianco a me una persona diversa – dalla sua famiglia, dalle sue amiche ed era felice. Conoscendola un po’, gran parte della soddisfazione credo derivasse dalla possibilità di assaggiare tutti i tipi di tapas in commercio.

Iniziarono a raccontarsi così, dal lunedì in cui la loro avventura ebbe inizio. Era una splendida oziosa domenica mattina fatta a posta per ritrovarsi..

4 commenti:

tudo75 ha detto...

Lucia forse la conosco e domenica mattina le ho mandato l'indirizzo della Cerveceria Catalana: tapas a non finire e bellissimi ricordi....

rougie ha detto...

;)
bhe, io ti invito a bruxelles, dove saro' fino a giugno, cosi' potrai avere anche dei bei ricordi di buona birra e ottimo formaggio!

Anonimo ha detto...

Lucia sta bene sai?
Sta davvero bene. si chiede se tornare ad una vita non colorata sia quello che vuole.
Barcellona le è penetrata sotto lo strato cutaneo, e attraverso i pori le rimanda su gli odori in cui si immerge ogni giorno.
Il momento + bello della giornata? ore 9:30, quando attraverso pl. Catalunia e il solito senzatetto ultra 60enne mi sorride "hola que tal", altri 50 metri e sono sulla rambla. Avrei giurato che a quell'ora fosse deserta. Invece no, gli artisti di strada sono già lì che preparano la loro giornata, come quando si prepara un ppt x una riunione. Loro ricompongono il vestito di scena, ridipingono i particolari, sistemano il piattino delle offerte.
Poi scompaio nella mia traversina verso il Raval.
intanto sorrido

rougie ha detto...

fantastico. fantastica Lucia e fantastica Barcellona.
bhe, Elvira anche sta bene. Ancora deve impegnarsi per riconoscere di essere felice perchè ha sempre un po' paura che se questo avviene poi la felicità se ne va. però si sorprendere a ridere più spesso,si sente più leggera, nonostante il cileo piombo. però un caffè Lucia e Elvira se lo dovrebbero prendere insieme presto, no? poi magari un giorno di bel sole si incontrano tutte e tre, pure con Fausta, e si raccontano come la loro vita continui ad essere colorata, forse a Roma, forse, chissà.