giovedì 26 marzo 2009

e passa la paura

paula è un bel nome. mi viene in mente la serrano. le sue atomosfere femministe nelle dittature dell'america latina. conoscevo una ragazza greca che si chiamava paula. non ci ho mai avuto molto a che fare anche se le occasioni per interagire non mancavano. all'epoca avevo ansia di frequentare la gente giusta e se decidevo che non rientravi nella categoria, diventavi invisibile. gesù grazie quella fase l'ho passata. forse ho attraversato del tutto il guado. adesso mi danno piuttosto fastidio le persone atteggione. che ammiccano. che devono compiacere altrimenti l'ego non si riempie a sufficenza. oggi la frequenterei forse paula. a dirla tutta oltre che sembrarmi un po' sfigata non mi faceva grande simpatia. no, forse non la frequenterei neanche oggi.
di fronte la mia scrivania ora c'è un altra paula. ragazzetta deliziosa in cerca di fortuna a BXL. si dà da fare, le auguro di avere buona sorte. le ho lasciato il mio numero per questo we. le ho detto, se hai bisogno di qualcosa, chiamami. mi meravigliavo mentre lo dicevo, eppure l'ho detto. poi ho pensato tanto non mi chiamerà, quasi con sollievo. invece è un peccato che io non mi sia presa il suo di numero. l'avrei invitata volentieri a fare due passi - allora ci sentiamo domani verso le undici mezzanotte così ti dico se andiamo a ballare. ehm va bene e dentro di me penso che l'animo giovane non l'ho mai avuto - due chiacchiere. ho deciso di espiare le vecchie colpe? ma no, anche quella fase è passata. cavolo riuscivo ad auto infliggermi certe punizioni! come quella volta che invece di andare in copisteria, ho affidato il libro alla volpona che mi stava a fianco. me l'ha riconsegnato non rilegato, senza fronte retro per il doppio del costo del libro originale. era andata in libreria a farlo fotocopiare. non me lo sono perdonato. mi sono imposta la reclusione per una decina di giorni. sono ancora dell'avviso che un po' di sana meditazione aiuti lo spirito. stasera me la sono concessa davanti a un filetto a point e a un bicchiere di ottimo vino rosso cileno. basta poco per riconciliarmi con me stessa.

lunedì 16 marzo 2009

Buon senso

Dal fioraio c'era una signorina che indossava degli infradito. di quelli che si portano nelle piazze modaiole di capri o taormina, argentati con delle pietre dure sulle striscioline che ornano il piede. aveva una minigonna rossa e un vistoso tribale lungo tutto il polpaccio. confezionata nel mio cappuccio da eschimese, con tanto di pelo, ho pensato che la signorina a formentera potrebbe fare sfoggio di un bel paio di stivali sulla spiaggia, come quelli che ho visto addosso a diverse pulzelle particolarmente alla moda mentre sorseggiavano un mojito al tramonto.

venerdì 6 marzo 2009

a ruota libera

frequentare persone nuove è una grande opportunità. apre la mente e soprattutto permette di capire meglio sè stessi. ricordo che avevo la stessa sensazione quando ero erasmus in danimarca. sono passati 10 anni (miiiiiiiiiiiii) eppure la sensazione è identica.
quando ho conosciuto N. per esempio ho pensato cavolo questa ragazza è proprio in gamba, ha due anni meno di me, che a vent'anni si avvertono ancora di più, e sa tre lingue, smanetta sul computer come se non facesse altro nella vita, si alza la mattina e la prima cosa che fa sono un paio di flessioni, hop hop, si mette la tuta, esce per una corsetta, poi torna e fa colazione con me che ho ancora i segni del cuscino sulla faccia.
Poi S. di cui avevo grande soggezione all'inizio. praticamente perfetta, in ogni situazione. sapeva addirittura cucire! sì, si faceve le cannottiere e anche i vestiti - mi pare. e poi cucinava da dio. sapeva che avrebbe imparato il danese. di lei ammiravo soprattutto l'emancipazione dalla famiglia e in genere dal pensiero convenzionale. quando ho saputo che aveva avuto il piercing sulla lingua è definitivamente entrata nell'olimpo.
grazie a V. ho scoperto il broccolo e la pasta con il broccolo. riusciva ad andare in profondità senza mai essere pesante. grande qualità, sempre agoniata almeno dalla sottoscritta. l'ho conosciuta in un periodo in cui ha dato prova di coraggio e di audacia. all'epoca pensavo fosse la contingenza, con il tempo ho poi imparato a conoscere questo suo tratto distintivo, il non volersi sedersi mai, seguendo con caparbietà ciò che sente di dover fare, senza arrendersi e senza accontentarsi.
Ma al di là delle cose diverse che ognuna di loro faceva, erano accumunate da un'attitudine. l'attitudine ad arricchirsi delle cose della vita e del mondo. attitudine che continua a contraddistinguerle anche se purtroppo non ho più l'occasione di viverle ogni giorno. è un'attitudine che io sentivo di non avere e che in parte mi hanno trasmesso. è la cosa che mi ha fatto venire qui e che mi porterà chissà dove.

bo, ho iniziato che volevo parlare delle persone che ho incontrato qui e invece ho scritto delle persone che ho incontrato lì. vabbè, vuol dire che farò a ruota libera - parte II.