giovedì 19 giugno 2008

Chi si sente piccolo, brutto e nero?

Il potere esecutivo si appoggia al legislativo per bloccare il giudiziario.
Il Colle, assediato, freme.
L'opposizione minaccia ma sostanzialmente tace.
Io cosa posso fare?

Leggevo di recente che un gruppo di medici per contrastare i colleghi che, obbedendo a Santa Madre Chiesa si rifiutano di prescrivere la pillola del giorno dopo, hanno attivato un numero verde a disposizione di chi sceglie di ottenere il farmaco, facendo i conti con la propria coscienza.
Un gesto concreto, utile ad altre persone, comunque significativo sul piano simbolico perchè ispirato da un valore.

Ora, c'è un modo per evitare di consegnarsi al silenzio dinanzi all'intollerabile? Per evitare di lasciarsi cullare in questa rassicurante frustrazione?
Basta andare a un concerto a piedi per ridurre la propria impronta ecologica? evitare di mangiare al McDonalds (che tra l'altro sta investendo massivamente sul restyling dei negozi, via il giallo e il rosso per lasciare spazio a un sobrio grigio topo che accoglie l'accattivante scritta McDonalds Cafè)? comprare qualche volta da Emergency?

La Costituzione dà per implicita la leale collaborazione tra gli organi dello Stato. Quando questo non avviene tutto il resto mi sembra che passi in secondo piano.

martedì 17 giugno 2008

E all'improvviso...il paradiso






Ravello, Amalfi. Week end del due giugno con mamma e papà. Il 9 agosto a Villa Ruffolo il concerto sarà all'alba. Ascolti musica e vedi il sole sorgere dal mare. Mi vengono i brividi solo a pensarci.



mercoledì 11 giugno 2008

verdegiallorossoenero

era da un po' che non prendevo un treno. con tutti questi aerei e aereoporti e puzza di aerei e di aereoporti avevo dimenticato quant'è bello prendere il treno. aspetti, ti siedi e già sei sollevato al pensiero che quelle ore sei lì e le dedichi al viaggio e a te mentre viaggi. una volta conobbi una persona a graz, un professore universitario, che era innammorato di stromboli e ci andava appena poteva, col treno fino a napoli, poi s'imbarcava. diceva che la destinazione era troppo bella e meritava almeno il tempo di realizzare che ci si stava arrivando.
avevo un bel posto vicino al finestrino e mi sono proprio goduta queste quattro ore sull'interregionale per attraversarel'italia da destra a sinistra. guardando il mio riflesso sul vetro pensavo che mi dispiaceva lasciare l'adriatico. ci sono proprio affezionata. quant'erano belle le estati passate a raccogliere le telline sul bagnasciuga. non credo che adessano ci siano più. mi sa che le importiamo dal cile. magari ad agosto ne farò una scorpacciata, chissà. ero talmente di buon umore che non ho morso neanche il ragazzo che ha attaccato bottone. simpatico, scendeva parecchio più giù di me, fino a messina, sarebbe arrivato dopo sette ore, che non sono poche. io alla fine delle mie quattro ero completamente sfatta. comunque... il ragazzo, riccardo, diceva che in italia solo chi non vuole lavorare non trova lavoro. era andato a fare il concorso per entrare in esercito. ma non l'aveva passato, per la terza volta. io avevo strabuzzato gli occhietti lasciando trapelare la mia incredulità verso questo afflato genuino di ammirazione per l'arma. lui diceva che se entri ti fanno girare il mondo e hai tante opportunità di fare cose che altrimenti non faresti tipo lanciarti con il paracadute. sì lo puoi fare, anche se sei impiegato, però è diverso. mi ha chiesto che facevo io. ho iniziato a dire ma mi sono fermata quasi subito. aveva iniziato a strabuzzare gli occhietti pure lui.
guardando fuori mi sono sentita sollevata pensando che nella vita scorre tutto molto velocemente tra prati infiniti verdi, macchie di fiori gialli e rossi e il nero delle gallerie.

lunedì 9 giugno 2008

Non ho vizi minori

Il Divo.
Geniale fin dal titolo.
Magistrale Sorrentino, superlativo Servillo.
L'immagine che ho stampata nel cervello è quella di lei, la consorte Livia, che mentre indugia sui pori dilatati della faccia di lui, trasforma inconsapevolmente la sua espressione di tenerezza verso l'uomo con cui ha condiviso i migliori anni della sua vita, in un ghigno sgomento nel realizzare chi lui sia veramente.

http://www.luckyred.it/ildivo/home.html

domenica 8 giugno 2008

La balla dell'amore romantico

Scrivere può essere un esercizio utile ad esorcizzare le paure individuali. Ero dell'idea che Lucìa lo faccesse per questo. A mio avviso, il risultato per il lettore è buono, a tratti stuzzicante perchè ilare, a volte noiosetto perchè troppo autobiografico e analitico. Immaginavo che anche per lei il risultato fosse buono, nel senso che aveva trovato nella scrittura l'arma catartica al suo malessere. L'altra sera mi sono accorta che non è così. Alla Basilica di Massenzio era seduta impaurita e impacciata su un palco enorme, fuori contesto anche per l'abbigliamento, più da ramblas che da fori imperiali. Inibita e rannicchiata nella sua poltrona perchè le avevano impedito di bere un goccetto prima di affrontare la scena, il che, si sa, può aiutare. Dopo averci fatto ridere amaramente, raccontando episodi della sua vita e di quella di persone a lei note, ha esposto la sua tesi sull'amore romantico. Tutti lo cerchiamo, nessuno può farne a meno, e così ci condanniamo a vivere nell'ipocrisia e nella menzogna perchè l'amore romantico si basa sul non detto, su quello che noi pensiamo che sia e non sulla realtà delle cose, sulle relazioni per quello che sono veramente.
Dal canto mio continuo ad avere conferme che un paio di tacchi e un po' di mascara possono essere davvero fondamentali. Forse dovrei cominciare a rassegnarmi alla balla dell'amore romantico.

www.festivaldelleletterature.it