lunedì 25 maggio 2009

Fantascienza

Azz…non è il volume, non capisco perché è in francese…eppure mission impossible è la svolta della serata, con il buon Tom che vola tra i grattaceli per salvare la sua bella. Fantascienza. Quasi come questo caldo da 15 d’agosto a Bruxelles.

giovedì 7 maggio 2009

La GiOsTrA eUrOpEa

Bah!
Si è la stessa cosa che penso io. È una strana città questa. Una specie di grande parco giochi, con scivoli ripidi e eccitanti, gente colorata che sale e scende dall’altalena, tunnel stregati che deformano immagini, sensazioni, da cui esci contento di aver fatto l’esperienza e altrettanto di rivedere la luce del sole o quella delle stelle, basta che si tratta di cielo vero, di conoscenza applicata alla vita vera, quella che si conduce in un posto in cui hai piacere di stare per più di sei mesi, un anno o forse due, magari anche cinque o dieci o quindici, basta avere un rifugio dall’altra parte, nel posto vero dove ci si sente veri, sia esso città o campagna. Eppure attira. No, non sono i monumenti. Per carità la piazza è bella, i fiori sono gentilmente composti da per tutto, funziona tutto più o meno bene e c’è poco da stressarti. E poi.. c’è questa sottile impercettibile aria di follia a volte creativa a volte rilassata a volte grigia vicina, a portata di boccale di birra e di chiacchierata con il vicino mai visto prima e che forse mai rivedrai eppure lontana, ineffabile come la politica che si fa nei palazzi di vetro corteggiati e odiati, come la chimera di approcciare un belga puro che non sai mai dove sia rifugiato. Fai l’amore su un tetto, metti le infradito con il pallido sole di aprile, ti affacci su una spiaggia che dà l’idea di mare, mangi salse dal colore incerto e ti ricordi che la mamma ha sempre fatto la passata in casa con i pomodori buoni scelti di persona al mercato, parli con un islandese della violazione dei diritti umani in Tibet, vai a teatro e senti una fitta di nostalgia per la bellezza a cui sei abituato, partecipi alle feste di addio, scambi numeri e-mail pensando a come segnare il nome per ricordare la persona, apprendi, conosci, ti senti nell’ombelico del mondo eppure non riesci a non pensare al quando al come la parentesi si chiuderà e ricacci il pensiero del se si chiuderà.
– E come stai qui? Bah, sai… non si sta poi così male.
D’altronde è sempre difficile abbandonare un parco giochi, no?

sabato 2 maggio 2009

Donne

- Non so se continuare il corso di francese.
- No? Perché? A ma piace tantissimo.
Non l’avrei mai detto, sembrava una bambolina di sale in classe, partecipava solo se richiesto e andava via prima che la lezione finisse.
- Si, un angoletto tutto mio e anche se non lo studio, sento che piano piano apprendo..
- Ok. Forse hai ragione tu; prendi spesso questa metro?
- Si o almeno la prendevo, ho lasciato il lavoro.
- Ah! E…come va?
- Benissimo, mi sento liberata, rinata. Mi faceva schifo, ero stressata e sottopagata.
- Ok.
- Poi ho lasciato il mio ragazzo.
- Ah! Cavolo…
- Si, pare sia un periodo di cambiamenti.. Me ne sono andata dalla casa che dividevo con lui e penso di andarmene presto da BXL. Ci sono stata troppo e ho girato troppo per decidere di restare qui.
- Wow. Bhè, capita che succede tutto insieme, che poi una cosa si tira dietro l’altra. Tu, come stai?
- Ti diro’…proprio bene!