sabato 25 dicembre 2010

Racconti di Natale

Inizi
Decidiamo di lasciare la metropoli un paio di giorni prima del grande esodo previsto. Ci lasciamo alle spalle la Casilina e la Tangenziale Est, zeppe di ragazzi che manifestano per avere al governo delle persone che pensino al futuro del Paese e quindi a quello della scuola. Tutto bloccato e gli automobilisti che appoggiano il corteo, che per una volta non pensano – oddio faccio tardi al lavoro – ma – grandi, qualcuno ancora sveglio allora c’è, bravi, così -. Finchè sono gli altri a scendere in piazza, finchè non mi licenziano…alla fine la legge passa ma che sarà mai..non ho neanche mai letto il testo. Per fortuna ‘sti ragazzi non hanno bloccato la strada che devo fare io. Mi è andata bene, di lusso, due ore e sono fuori dall’autostrada, fuori dalla metropoli, lontana dal lavoro. Avevo proprio bisogno di una pausa.

Lo spirito del Natale
Una telefonata di auguri che supera il rancore
Invitare gli amici senza pensare che si è troppo stanchi o troppo indaffarati
Dare una bella notizia e ricevere gli auguri
Fare gli auguri
Pensare che c’è un’altra possibilità o molte altre

Gli spiriti del Natale
Aborriva il Natale e tutto quel sorridere e stringere le mani e stare allegri per forza e per forza fare festa. Era rimasta sola ed era contenta perché in fondo era quello che aveva sempre desiderato. Ora non aveva più un marito da servire, un padre padrone da ossequiare, i figli grandi erano chissadove a fare baldoria su una pista di pattinaggio o in uno di quei ristoranti di lusso dove si parla a bassa voce e non si guarda nel piatto del vicino. Aveva fatto la spesa giorni prima per evitare il rischio di incappare in qualche conoscente che si sarebbe intrattenuto con l’elenco delle prelibatezze che stava per comprare per la festa della sera. Ma tutta questa voglia ha la gente di parlare? E di raccontare e di giudicare e di disapprovare e di apparire? A lei bastava sé stessa, il suo gatto che guardava e non chiedeva e la tv sempre accesa che stemperava il silenzio assordante di certe sere. Così si addormentò a Natale, ma quando il telecomando le scivolò di mano si svegliò di soprassalto e fu ben stupita nel vedere quella bambina alla sua tavola. Non c’era da avere paura, questo è certo, si trattativa di un’innocua bambina. Tremava e guardava in basso. Alla sua richiesta di chi fosse e di come avesse fatto ad entrare ella non rispose. Si trattava però non di un silenzio ostinato o sgarbato ma piuttosto di un raccoglimento intimo al quale non voleva o sapeva mettere fine. Era come quando i suoi genitori litigavano e dopo le urla e le indicibili parole tornava la calma apparente. Quell’immobilità che la soffocava, quel rivolgersi a lei come se tutto andasse bene, quei sorrisi da ostentare nei pochi minuti di contatto forzato. Allora lei si raccoglieva in se stessa e tutto il resto spariva. Andava lontano, lo sguardo fisso a terra e immaginava mondi confortevoli, braccia accoglienti e un sole che scaldava per davvero. Per davvero il telecomando cadde. Si svegliò intontita.
No, non c’era nessuna bambina seduta a tavola.
Finalmente una lacrima calda sul viso.

Bad Christmas
Sono in carcere ma ormai il danno è compiuto. L’acqua non si può bere, non può essere usata per cucinare né per lavarsi. Nei supermercati a ogni rifornimento le stesse scene di panico per fare scorta delle ultime taniche. Fino a quando possiamo resistere così?

Sad Christmas
Se ne è andata alla vigilia. Amava i gioielli ed era golosa di torte. La vedevo ogni volta che andavo a trovare mia nonna. All’asilo senile ci sono sempre le stesse persone. Gli anziani e i parenti in visita. Ogni tanto c’è un viso nuovo. Si aggiunge un anziano o un parente in visita occasionale. Ogni tanto c’è un viso in meno.

Lieto finale
“Solito aperitivo natalizio da polpetta alle 19, passa..”
(ho sempre pensato che i puntini di sospensione fossero una prerogativa maschile, un abuso da contrastare anche a parer di Eco…)
Ok quest’anno passo. Brindisi pre vigilia tra amici. Dovrei concedermi maggiori occasioni come questa. Gli auguri si fanno doppi, il locale è pieni di bambini!


Il vero Racconti di Natale è un libro che ho appena finito, Einaudi editore.

martedì 16 novembre 2010

Verdure km 0

Le mie amiche S. e N. che vivono a Parigi e a Monaco da tempo mi dicevano che erano abbonate ad un servizio di consegna a casa di prodotti di stagione. Il servizio obbliga in un certo senso a mangiar sano perché una volta che hai il frigo pieno di frutta e verdura ti ingegni a trovare il modo per cucinarle e passi un po’ meno in rosticceria a comprare cose buone ma grasse e non troppo genuine.


Ebbene ho deciso di aderire anch’io ad un servizio simile e dopo aver tartufato su un po’ di siti di gruppi di acquisti solidali sono approdata su magiordomus.it.
Questo è il contenuto della prima cassetta che mi è arrivata oggi:
Ora devo trovare il modo di cucinare con un po’ di fantasia per dare soddisfazione al mio palato e restare alla larga dalla rosticceria. Andrò su cooker.net dove si inserisce l’ingrediente e poi si sceglie una delle ricette segnalate.

giovedì 11 novembre 2010

Creatività in tempo di crisi

Di recente ho cambiato approccio nei confronti dei Venditori. Non parlo di commercianti al dettaglio o di venditori porta a porta ma di professionisti della parola. Di tanto in tanto mi imbatto in una di queste persone che solitamente ha un atteggiamento finto umile e informale, quasi amichevole e il cui scopo è innestarti nel cervello – si, ho visto Inception - l’idea che lui o lei ha la soluzione ai tuoi problemi.
L’ambito è quello lavorativo e i Venditori capita spesso che siano consulenti travestiti da guru della materia. Perché dico che ho cambiato atteggiamento.

Anno 2001, sto preparando la tesi e leggo Rifkin. Il libro mi piace e mi dà molti spunti. Quando scopro che è tra i relatori di un simposio a Genova mi precipito lì per abbeverarmi direttamente alla fonte. È stato il primo incontro con un Venditore. Piena di aspettative, blocco e penna alla mano resto un po’ interdetta quando si fa dare un microfono, scende dalla cattedra e si mette a passeggiare e a presentarsi come se fosse al circo. Lì ho conosciuto l’approccio americano al pubblico, ho scoperto che non mi piace e che l’unico risultato che riesce ad avere su di me è la disaffezione. Ma il Venditore si caratterizza anche per altri elementi oltre alla prossemica. Il signore in questione parlava del libro che avevo letto ma non aggiungeva nulla rispetto a quanto c’era scritto nel libro. La sua presentazione era superficiale e approssimativa, piena di paroloni, strambi neologismi, priva di guizzi dell’intelletto ma ostentava di essere la verità su cosa sarebbe accaduto nel prossimo futuro e su cosa le persone avrebbero dovuto fare per emergere in quel futuro e scongiurare i rischi di annegamento. Ho avuto chiara la sensazione che il libro di cui appariva autore era in realtà la collezione di studi che poveri studenti sottopagati avevamo messo insieme per il proprio schiavista; che il suo mestiere era quello di andare in giro per il mondo a intascare cospicue somme per elargire false pillole di saggezza. Ebbene…me la sono presa. Ci sono rimasta proprio male. Un piccolo castelletto della mia mente è andato in frantumi.

Anno 2010, ho imparato a essere venditore anch’io. Mi piace pensare di farlo sempre con un certo stile e con la possibile discrezione che il momento permette. Di Venditori ne ho visti e sentiti tanti. Li riconosco dopo poche righe, pochi minuti. Anzi sono vicina a pensare che siamo sul lavoro – almeno quello che faccio io e simili - tutti venditori chi con la v piccola chi con la V grande. Eppure a volte capita che un incontro mi scuota dall’assuefazione e mi faccia tornare a riflettere sull’arte del Vendere. È capitato di recente, un’interazione cercata, quasi auspicata. Il Venditore in questione è un senior partner di un’organizzazione internazionale leader nel change management - qualcuno a questo punto direbbe che la quantità di parole inglesi nella frase determina di per sé la nullità del concetto, ma tant’è. Io lavoro con questa persona perché lei può portare dei benefici al mio lavoro e io, bontà sua, al suo. A seguito di diverse interazioni purtroppo ancora non sono riuscita a chiarirmi il senso del suo lavoro: il cambiamento nella gestione delle organizzazioni può avvenire solo attraverso un diffuso intervento sui cervelli delle persone e lei non è un neurochirurgo. La persona in questione è in ottimi rapporti con il guru del momento, quello che vede la luce e che ci indica la via da seguire e che di recente ha espresso la sua verità in una conferenza a cui hanno potuto assistere solo pochi illuminati, muovendosi da tutto il globo. Uno dei partecipanti ha presentato il modello di change management che la sua impresa – famosa multinazionale che produce ogni genere di cosa di cui tutti noi facciamo uso – ha messo a punto e che definisce come “il modello di innovazione dominante del ventunesimo secolo”.
In breve: il modello di relazione e sviluppo – così si chiama – consiste nel tartufare dentro l’azienda e al di fuori di essa per trovare buone idee e applicarle ai processi e ai prodotti dell’azienda. In questo modo la funzione di ricerca e sviluppo dell’impresa non perde tempo e risorse a studiare i possibili modi con cui innovare la gestione a supporto della competitività dell’impresa sul mercato, ma si limita ad adattare le soluzioni che altri hanno già ideato. Con l’imperativo Adapt or Die, osannati da un pubblico entusiasta, viene quindi presentata la soluzione creativa del secolo ovvero Copia e Fai meglio!

Da parte mia resta lo sbigottimento per la banalità e la scorrettezza che il modello teorizza e il fatto che lo faccia su una delle riviste economiche più quotate al mondo.

Evidentemente la mia conversione a Venditore ancora non è completa. Olè.

domenica 24 ottobre 2010

Rubrica di viaggio - Firenze

Mi capita spesso di viaggiare e di tornare in posti in cui sono già stata. Comodo sarebbe ricordarsi i posticini dove si è ben mangiato o quelli confortevoli per dormire o i negozi imperdibili da visitare etc. Allora poichè non sono mai riuscita a conservare memoria di tutto ciò - almeno non in modo fruibile perchè i biglietti che conservo sono sparsi chissà dove - inizio oggi a scriverne su questo blog, che possa essere utile a me e a chiunque ne voglia approfittare!

FIRENZE - grazie a Daniela e a Simone per i consigli!

DORMIRE
Di B&B ce ne sono moltissimi. A due giorni dalla partenza ho trovato questo:
B&B Four Rooms http://www.bbfourooms.com/ confortevole e pulito, in centrissimo, Borgo Ss Apostoli 2, attaccato a Ponte Vecchio, circa 100 euro per una camera doppia. tel 055 212676

MANGIARE
- La Casalinga http://www.trattorialacasalinga.it/, trattoria consigliata e frequentata dai fiorentini. Si trova nei pressi di Piazza S.Spirito ed è raggiungibile a piedi dal centro storico (in effetti a Firenze è tutto a 10 minuti). Consigliata la prenotazione soprattutto nei fine settimana tel 055 218624, chiusi la domenica
- I'Brindellone, piazza Piattellina tel 055217879, altra trattoria gustosissima con cucina tipica toscana. è aperto anche la domenica a pranzo!

BERE
Cafè degli Artisti su LungArno Vespucci (sorry non ricordo a che altezza, ma sempre di 10 minuti si tratta) per un'aperitivo con cocktail enormi e buonissimi con tanta frutta fresca: aperitivo&merenda a prezzi onestissimi :D!

ALTRO
Mercatino S. Spirito, si svolge nell'omonima piazza la domenica, dalla mattina al pomeriggio. Atmosfera piacevole, si gira fra le bancarelle di antiquariato, fiori, vestiti usati e cibo che nella maggior parte dei casi si può assaggiare :D Munirsi di contante.

Calzari postmoderni



Da un paio di anni, durante la bella stagione, si vedono in giro ragazze con scarpe che lasciano scoperte le dita e coperto tutto il resto e spesso tutto il resto significa il collo del piede, la caviglia e su fino al polpaccio. Sono belle? Sono funzionali? Mah... Personalmente le ho sempre trovate bruttine e soprattutto scomode: perchè sottoporsi alla tortura di avere questa cosa chiusa intorno al piede e alla gamba quando fa così caldo che si suderebbe anche con l'infradito?
Pensavo si trattasse di una genialata postmoderna - ovvero non si sa più che inventarsi per spillare soldi alla gente - quindi sono stata molto sorpresa quando un paio di settimane fa, nella Galleria degli Uffizi, mi sono imbattuta in queste e altre opere dove uomini e donne del tempo sono ritratti con i famosi calzari!





martedì 12 ottobre 2010

Irlandesi di borgata

Sul bus:
- allora quando vai?
- parto domani
- ah! oh mi raccomando...
- che?
- gli irlandesi! secondo me torni con un bell'irlandese rosso.
- si, roscio vero però, no uno tinto di borgata che magari si chiama patric

giovedì 2 settembre 2010

Finalmente un po' di buona TV

DOC3, ogni mercoledi su RAI3 alle 23.30 - un po' tardino ma ne vale la pena.
In alternativa si possono guardare su http://www.doc3.rai.it.

mercoledì 1 settembre 2010

Ma dove vai, se non ce l'hai?

Anche se il mio charme si avvicina a quello di una pastorella, devo pur sempre fare i conti con il mio status astrologico di bilancia ascendente bilancia che mi attira a considerare le varie forme di bellezza. Se a questo si aggiunge la lettura sporadica di blog come http://www.garancedore.fr/en o http://thesartorialist.blogspot.com/, diventa chiara la massiccia dose di marketing a cui volontariamente mi sottopongo. Uno special thanks alle mie colleghe fashion victim che mi hanno fatto scoprire questo must di stagione: gli smalti khaki. Solo nelle boutique Chanel.

Meno male che Enrico c'è.

E' iniziato il TG di Mentana su La7. Lo share della prima puntata fa pensare che c'è ancora speranza per svegliare gli italiani rincitrulliti dalla disinformazione.
http://news.la7.it/

Do-Domani

"Futuro e libertà" dei dissidenti al potere
"Alleanza per il futuro" per festeggiare l'ennesimo giardinetto di potere
"Italiafutura" di chifapolicaedicechenonfapolitica


Insomma...pare che ci si dia un gran ddaffare per lasciarsi distrarre da questo presente.


E per chi non può invitare gli amici nel vecchio borgo caratteristico come farà Rutelli nei prossimi giorni a Labrio, per chi non può assoldare brillanti menti pensanti per dare forma accattivante ai suoi soldi come Mr.Ferrari, per chi non ce la fa a turarsi il naso per rincorrere le proprie ambizioni come Fini resta pur sempre l'esotico spettacolo dei cavalli berberi.





giovedì 26 agosto 2010

Basta con l'abuso delle email

Quante volte potremmo risparmiarci la mail che stiamo scrivendo? e magari dedicare quel tempo a leggere, ascoltare o chiacchierare per conoscere qualcosa di più del mondo?
Uno scritto simpatico che aiuta a rispolverare il buon senso.

mercoledì 25 agosto 2010

The future is getting English!

Settimana tranquilla di rientro al lavoro.
Tra i sollazzi più o meno utili questo sito http://www.instantenglish.it/
Simpatiche le stanze Radio e Reading.

lunedì 2 agosto 2010

Mondo fungo

Bronzino: porcino di quercia, sempre boletus
Zona di trasferimento: area in cui si cammina svelti perché si sa che non ci sono funghi
Radici micorizzate: radice che produce funghi
Spore: semi dei funghi
Micelio: terreno fertilizzato dalle spore
Fungaia: area con molti funghi
Strisciata: famiglie di funghi – tipico per i gallucci o cantarellus cibarius

mercoledì 28 luglio 2010

Tempi moderni

La Maglieria Linda era un piccolo negozio dove mia madre andava a fare compere quando io ero bambina. Ogni tanto l'accompagnavo e capitava che la signora bionda tutta cotonata, Linda suppongo, confezionasse un vestito anche per me. E per molte altre persone visto che il negozietto ha chiuso e l'attività si è trasferita in uno stabilimento alle porte della città dove si produce all'ingrosso. Ora apprendo che in quello stabilimento non si producono più capi di abbigliamento. La Maglieria Linda delocalizza in Bulgaria e affitta il locale per ospitare anziani: è diventato un asilo senile.

venerdì 9 luglio 2010

Regole di scrittura da un visionario



















1 - Leggerezza
2 - Rapidità
3 - Esattezza

4 - Visibilità
5 - Molteplicità
6 - Consistenza

La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l'abbandono al caso.
Italo Calvino. Lezioni Americane, 1984

domenica 16 maggio 2010

Back in DK

Mi era capitato di tornarci due anni fa ma per due giorni, ora ci sto una settimana. Sono passati 10 anni da quando ho trascorso qui un anno della mia vita, in erasmus. Prima a Trekkroner poi a Copenhagen. Studiavo a RUC e vivevo prima nella casa dello studente e poi in subaffitto in un appartamentino vicino Christiania dove con Nuria avevamo messo i materassi sui supporti di legno che si usano nei supermercati per trasportare la merce. Che ridere! Che principesse!
Ora sono all'ottavo piano di un grande albergo. La mia camera affaccia sul canale. Mi piace. Mi piaceva andare in bici su questo canale. Ho mangiato in un posticino nella zona che un tempo era la malfamata aree a luci rosse - per quanto possa essere malfamata una zona in Danimarca - era un posto quasi fighetto. Certo qualche sex shop c'è ancora e pure qualche bettola dove si fuma. Sembra comunque che l'area sia diventata super residenziale. In giro ci sono poche biciclette, forse perchè domenica, per la pioggia e per il freddo. Novo Nordisk, il super sponsor di questo incontro, per domani ha programmato un percorso di corsa in gruppo lungo il canale. Io preferisco gustarmi una bella colazione con il buonissimo pane nero.
Pensavo che mi sarei sentita a casa e invece mi manca casa. Mi sono però subito sentita a mio agio già a Kastrup, il mitico aereoporto della città, fornito di nuove poltroncine colorate di comodo design. Tutto cablato, tutto perfetto. Avviandomi verso la stazione noto che hanno aggiunto un binario per il collegamento con Malmo. Hanno costruito un ponte che unisce due paesi e sviluppato una rete di collegamenti che ottimizza gli spostamenti. Qualità della vita eh?
In taxi chiedo se posso pagare con la carta di credito; certo si può dapertutto, i tassisti sono obbligati ad accettarla, è la legge.
It is the law.
Incontro la collega danese e inizio a dirle di quanto si sta bene qui, di quanto è fortunata. Ha avuto una bambina e le permettono di lavorare da casa. Lei mi risponde che non è tutto oro quello che luccica. Per esempio con gli immigrati ci vanno giù pesante: hanno introdotto un esame di lingua danese che permette di restare solo se viene superato. Ed è difficile, molti danesi non lo passerebbero.
Forse c'è del marcio in Danimarca, a me sembra che c'è uno stato che fa il suo mestiere o almeno ci prova.

giovedì 29 aprile 2010

Pillole di saggezza popolare

Sul bus un signore oltre la mezza età si rivolge alla mia vicina di posto:

- sa che faccio io?
- no
- mi occupo di filosofia.
- ah
- sa che cos'è la filosofia?
- ehm...bhè si un'idea ce l'ho ma...me lo dica lei

- la filosofia è quell'attività per la quale e senza la quale tutto rimane tale e quale.

mercoledì 28 aprile 2010

Italia Bel Paese

compri un divano - non proprio ikea - te lo consegnano dopo un mese con i braccioli che non hai scelto. fai un assegno e ti consegnano uno scontrino di un altro prodotto, di importo superiore. ipotechi il sabato mattina per andare in sede e chiedere spiegazioni ed esigere il tuo scontrino.

rifai una stanza, devi abbattere una parete di carton gesso e ti affidi alle conoscenze di amici.
il moldavo ti fa problemi e dice che per lo smaltimento servono un sacco di soldi perchè devono venire con il camion a prendere tutto. L'ultima volta ha fatto da sè buttando poco alla volta tutto nei bidoni, girando la notte quando nessuno lo può vedere. non vuole farlo più però, troppo sbattimento. Poi passi all'italiano di mezza età che arrotonda facendo lavoretti. Esperienza, gusto, raccomandato come attento e fidato.
Prima di avere la commessa:
- come intende smaltire il materiale?
- ah non ti preoccupare, ho la macchina grande, ci penso io
- bhè veramente...io ci terrei a che fossero smaltite come si deve. so che ci sono le isole ecologiche, servono dei sacchetti speciali...se costa di più me lo dice...
- ah si ok, mi informo e ti faccio sapere
dopo la conferma:
- allora poi si è informato per smaltire il materiale?
- eh sì, te l'ho detto, ci penso io.

devi pittare - dipingere così capiscono tutti - una camera. ti ricordi che la tua amica in olanda aveva usato vernici eco compatibili naturali non tossiche etc etc che fanno bene all'ambiente e a chi abita la stanza. ovviamente lì si vendono al supermercato e sono economiche. Qui da noi sono per un elite che ha tempo e soldi per trovare il rivenditore che le vende con un bel ricarico di prezzo.

UFF, quant'è difficile comportarsi bene in Italia.

mercoledì 17 marzo 2010

Azioni e Reazioni

Era stata una giornata faticosissima. Preceduta da giorni, mesi faticosi. Tutto per costruire un grande evento. Ed era stato un grande evento. Il più grande di tutti. Il momento era di forte incertezza e l’evento doveva andare bene per ridare fiducia, far sapere che si era ancora lì e che l’intenzione era di starci ancora a lungo. Bene, era successo. A luci spente la consapevolezza della grandiosità dell’evento appena terminato accompagnava tutti, comprese le persone che l’avevano realizzato. In genere regnava l’euforia mista alla stanchezza e c’era un gran sorrisi da per tutto e pacche sulle spalle, espressione di grande soddisfazione e di “meglio di così non poteva riuscire”.

Lei sembrava che avesse concluso una delle solite giornate di lavoro. Non un sorriso. Sollievo sì per la fatica finalmente conclusa. Ma subito concentrata sul dopo, tanto ciò che è fatto appartiene al passato e male o bene che sia andato non si può più cambiare. Incapace di manifestare gioia, di condividere la felicità e di dire grazie, bravi, bene, ora siamo più forti, ora sappiamo che abbiamo un orizzonte splendente davanti a noi. Sull’uscio, sola, accendendo una sigaretta si concede un sorriso e gli occhi diventano lucidi per la gioia. Solo per lei. È un sensazione troppo bella per poterla e volerla condividere.

Ma perché?

Lei non si dà pace - a tratti – pensando all’incapacità di essere felice con e in mezzo agli altri. Ma è sempre stato così? Non ricorda. Se pensa di comportarsi diversamente, la assale una sensazione di disagio, di rifiuto e pensa che semplicemente non è nata entusiasta. Poteva andare peggio…
Forzandosi un po’ e avendo di che gioire, decide di provarci seriamente. Condivide. Prima se interrogata o messa alle strette, poi anche spontaneamente, raccontandosi nei fatti, nelle emozioni. Il risultato è oltremodo deludente: ciò che ha dentro e che sente in modo così acuto, ciò che la pervade profondamente e a cui vorrebbe pensare di più, se avesse la possibilità di non essere distratta dalle cose banali del mondo (svegliarsi/lavarsi/lavorare/intrattenere relazioni sociali/fare la spesa/guidare/etc) non sortisce negli altri la reazione attesa. Pensa che in fondo ognuno vive le emozioni in modo unico e non si può condividere l’esatta esperienza individuale. Allora perché mostrare entusiasmo? Di che? A chi?

Decide che riserverà i momenti migliori per lei, l’unica persona in cui l’azione e la reazione possono coincidere. In casi speciali si concederà qualche eccezione e sarà benevolente nei confronti di chi, pur non potendo capire l’emozione per quella che è, mostrerà vero interesse.

venerdì 12 febbraio 2010

La neve a Roma!








Data storica da ricordare, mi dicono che l'ultima nevicata seria l'aveva fatta all'inizio degli anni '80! Ricordo che qualche anno fa, io ero all'università, p'liava (i molisani lo pronunceranno bene ;* significa letteralmente qualcosa come "faceva quattro peli"...) e si era già molto emozionati. Anche se io sono abituata alla neve da brava montanara, viverla qui a Roma però è proprio un bell'evento. Stamattina alla fermata del bus eravamo tutti contenti e guardavamo la neve e sorridendo ci dicevamo - bello eh?

Ora c'è il sole, il cielo è blu, la neve non c'è più... speriamo che il buon umore resti.

venerdì 5 febbraio 2010

FAB40

Wallpaper gives you 40 fabulous reasons to stay exactly where you are in 10 territories around the globe http://www.wallpaper.com/fab40/fab40germany

martedì 19 gennaio 2010

Fantascienza o realtà?

Una guerra per l’accumulo di risorse che aggiungono tanti 0000000 ai cedolini degli azionisti. Una guerra camuffata da “lo facciamo per loro”. Gli americani hanno imparato talmente bene la lezioncina che sono incapaci di variazioni a quanto pare, anche sul grande schermo.

AVATAR sarà pure la saga delle banalità messe in fila però le montagne volanti sono notevoli e anche gli uccellacci e i cavalli-tapiri che si connettono agli uomini blu per mezzo della treccia animata e i colori della natura e il panorama notturno con gli altri pianeti sull’orizzonte, si lo so, un po’ già visto pure quello... E poi la storia d’amore è tenerissima..FLOP FLOP.

Ma i titoli di coda sono accompagnati anche stavolta da Celine?

domenica 3 gennaio 2010

La passeggiata di inizio anno


Adoro camminare. E adoro farlo con Lilli che ieri sera è diventata Silli manche Pilli, Filli etc.. Il problema sono i cani randagi. Quando non è a casa sua diventa particolarmente timida. Non posso contare sul cane da difesa dunque e anche se raccolgo sassi non penso sarei in grado di usarli. Quindi cambio strada. Mi inerpico per una ripida salita e penso che mi serve a smaltire un po' di dolci accumulati. Risultato dopo due ore di cammino: un mal di anche pazzesco!