giovedì 18 dicembre 2008

È inverno e c’è la neve

cammino veloce per le strade deserte. I passi soffici, il silenzio bianco. Passo il ponte, prendo la strada grande con le macchine veloci. Non c’è nessuno. Incrocio una persona. Hi, hi. Sorrido con le guance rosse dal freddo, dal passo, dall’emozione, dall’imbarazzo, dalla sfida.
Ho perso il controllo ma va bene così. È quasi motivo di orgoglio per me. Ogni tanto fa bene sentirsi outsider, puoi concederti cose che di solito fai fatica anche ad immaginare. Si, io sono anche così. Sono capace anche di questo. In realtà posso essere quello che voglio. Qualcuno lo chiama libero arbitrio, salvo poi mettere i paletti affinchè si possa giudicare quanto libero sia. Più evoco le immagini della sera prima, più cammino veloce e non sento la fatica. Il tumulto che ho dentro stride piacevolmente con il candore ovattato che mi circonda. Prendo la viuzza piccola sulla collina e poi giù sul fiordo. Candele in ogni dove, occhi che non mi lasciano, movimento privo di qui ed ora. Si, mi sono molto divertita. Le sovrastrutture sono andate a farsi benedire. Non c’è per forza il nero o il bianco. Mi lascio attrarre dal grigio. È così difficile riuscire a godersi le sfumature. Arrivo finalmente alla casetta sul fiordo, ho camminato per un’ora in mezzo alla neve, sono piena di silenzio. È bellissimo. Una tazza fumante e il calore dell’amicizia. Quella con cui riesci a stare bene anche in silenzio. Bellissimo, davvero.

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