domenica 6 aprile 2008

Muri che vanno, muri che vengono

A Cipro è stato aperto un varco nel muro sulla via di Lidra, che divide Nicosia. I politici dalla capitale affermano che il loro è stato un gesto di buona volontà. E ora si aspettano, però, il ritiro dell'esercito di Ankara dall'isola. Ai militari turchi la prossima mossa, mentre la Guardia nazionale cipriota continua ad essere schierata sulla Linea verde presidiata dall'Onu.

Nei territori paestinesi continuano i lavori per il Muro della sicurezza per Israele. La frontiera difensiva voluta dal governo israeliano è lunga oltre 700 chilometri e ha l'obiettivo di limitare gli attentati terroristi. Il "muro della vergogna" è di fatto un ulteriore strumento di ghettizzazione dei palestinesi. Nonostante la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia abbia dichiarato nel 2004 che «L'edificazione del Muro che Israele, potenza occupante, è in procinto di costruire nel territorio palestinese occupato, ivi compreso l'interno e intorno a Gerusalemme Est, e il regime che gli è associato, sono contrari al diritto internazionale», continua il testa a testa sulle modifiche del tracciato del muro tra il governo israeliano e l'ONU che non riesce ad avere obiettivo più ambizioso che quello di poter assicurare ai palestinesi le risorse strettamente necessarie per sopravvivere nel ghetto.




Pengon, la rete delle Ong palestinesi che sta costruendo la campagna in Palestina e a livello internazionale per fermare la costruzione del Muro ha raccolto le testimonianze sul territorio in
"Stop the wall. Il Muro dell’apartheid in Palestina" Pag. 112, 10,50 euro.



Un libro utile per abbattere, o almeno assottigliare, i muri spessi della mente.

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