giovedì 10 maggio 2012

Manager o spietato dittatore?

A Pasqua, in Molise, raggiungo alcuni amici in un bar, seduti in un affollato tavolino con amici di amici e relativi accompagnatori per una delle solite rimpatriate che si organizzano durante le feste comandate.
Prendo un gelato e fondamentalmente ascolto.

Ascolto racconti di persone che non conosco, arrivate direttamente dalla dinamica City all'immobile sud Italia per due giorni di abbuffate a base di agnello, casciatielli, lasagne e cioccolata. Capisco che la loro permanenza a Londra non è occasionale: si tratta di gente che ha studiato lì, o si è trasferita dopo l'università o dopo le scuole secondarie richiamata dalle succulenti prospettive di guadagno, più che di carriera.
Si occupano tutti di finanza. Lavorano in grandi banche di investimento o fondi speculativi. Alcuni hanno iniziato a giocare con compravendita di titoli da matricole partecipando a concorsi in cui ad ogni partecipante è assegnato un plafond virtuale e vince chi raggiunge il miglior ritorno sul capitale. Fomentati dalla velocità con cui riuscivano a moltiplicare il gruzzolo iniziale, dalla Porsche vinta, hanno proseguito, si sono specializzati, affinando tecniche e ingegno e sono entrati velocemente nel circolo dei corteggiati e contesi da chi apprezza le loro abilità. Non tutti però hanno un padrone. Alcuni continuano a lavorare per sè, ogni tanto, per il resto amministrano il lauto patrimonio accumulato. Nessuno arriva ai 40 anni. Molti hanno/avevano case nel centro di Roma - centro centro es. piazza Navona, non centro dove sto io ovvero Esquilino - che hanno poi venduto per altri investimenti a Parigi o chissà dove. Parlano di club esclusivi, dove riservano uno due tre tavoli anche per gli amici e passano la serata bevendo fiumi di champagne.

Fastidiosa la diffusa, marcata cadenza dialettale mista al cockney. Fastidiosi l'appariscenza dei vestiti e degli accessori, il tono della voce inadeguatamente alto per un bar, seppur affollato. Fastidioso soprattutto l'atteggiamento spavaldo da furbi che hanno capito come godersi la vita senza riflettere sulle conseguenze disastrose, attuali e potenziali delle loro azioni.

Mi giro verso il mio amico
- E tu non hai mai pensato di passare qualche pomeriggio con loro a imparare come fare?
- No, io preferivo giocare a beach volley. Poi sono comunque capitato in banca, a Milano, non pensare che da noi sia tanto diverso. Fanno tutti la stessa cosa. Sono durato un anno e mezzo. Piuttosto precario ma capace di guardarmi allo specchio.

"Quando c'è una carenza di dignità umana universlae o una carenza di ecologia sicura, il capitalismo fallisce. Se i manager vogliono giustificarsi dicendo - D'accordo, ma io nel frattempo posso diventare molto ricco -, allora dovrebbero essere paragonati ad uno spietato dittatore".
Da un'intervista a Amy Domini, fondatrice di uno degli indici etici più importanti del mondo, segnalata dal Time tra le personalità più influenti del globo.

2 commenti:

Ares ha detto...

Dov'è il tasto "mi piace"? ;)
Bella anche la nuova veste grafica
Ciao!

rougie ha detto...

Ciao Ares, grazie!